mercoledì 4 dicembre 2013

GRANDI DONNE: Gae Aulenti (accadde oggi: 4 dicembre 1927 Nasce Gae Aulenti)

Gae Aulenti nasce a Palazzolo della Stella, in provincia di Udine, nel 1927 in una famiglia benestante di origini calabresi. Fin da giovanissima, negli anni della guerra, è impegnata attivamente in politica: antifascista, dopo la guerra si iscrive al PCI e scrive su un giornale partigiano di Biella. Esce dal partito comunista nel 1952, allorquando viene a conoscenza «dell’antisemitismo di Stalin» Nel 1954 si laurea al Politecnico di Milano. La Milano degli anni Cinquanta fa da sfondo alla sua formazione: l’architettura italiana è concentrata sul recupero storico-culturale del passato in relazione all’ambiente circostante; un percorso che si attua prima col neorealismo e poi dà vita alla corrente del neoliberty.«Credo che il luogo sia innanzitutto un fatto concettuale- scrive Gae Aulenti- cioè un fatto di cultura: infatti se si opera a Parigi, a Barcellona, a Milano o a Roma, le condizioni culturali sono diverse. Capire queste diversità, e conoscerle, diventa, per chi si accinge a progettare, una necessità, in quanto si deve operare in continuità con la tradizione di un luogo» [Aulenti, 1996, p. 13]La giovane Aulenti, insieme ad altri architetti e designer esordienti, aderisce immediatamente al neo-liberty realizzando, attraverso un utilizzo figurato delle forme, sia gli allestimenti per la XIII Triennale di Milano del ’64, sia svariati arredamenti durante gli anni Settanta.Dal 1960 al 1962 è assistente del professor Giuseppe Samonà presso la cattedra di Composizione architettonica all’Istituto universitario di architettura di Venezia; dal ’64 al ’69 ricopre lo stesso ruolo presso la cattedra di Elementi di composizione architettonica del professor Ernesto Nathan Rogers alla Facoltà di architettura del Politecnico di Milano. Sempre con Rogers che, da un punto di vista professionale, Aulenti considera un “padre”, dal 1955 al 1965, Gae collabora nell’ambito della redazione di “Casabella”, rivista da lui diretta.A partire dal 1960 fa parte dell’Associazione disegno industriale (ADI), di cui sarà vice-presidente per il triennio 1966-69; nel 1966 è Art Director del Centro Fly Casa a Milano; dal 1974 al 1979 fa parte del comitato direttivo della rivista “Lotus International”; dal 1977 al 1980 è membro del comitato esecutivo della Triennale di Milano. Nel 1984 viene nominata accademico corrispondente dell’Accademia romana di S. Luca e nel 1988 accademico nazionale. Nel 1995 viene nominata Presidente dell’Accademia di Belle arti di Brera.Come designer per l’industria ha realizzato serie di mobili per Poltronova, Knoll e Zanotta, oltre che serie di lampade per Artemide. L’idea di prodotto industriale che Gae Aulenti ha fatto propria, e che caratterizza ormai il design italiano, consiste nel realizzare prodotti coi quali il consumatore possa stabilire sia rapporti funzionali, sia affettivi e letterari: l’oggetto dunque ha una sua vitalità al di là della sua specifica efficienza, in grado di catturare e conquistare i propri utenti, di comunicare con loro.Nel 2005 ha fondato la Gae Aulenti Architetti Associati, con sedi a Milano, Barcellona e Parigi.

«L’architettura nella quale mi piacerebbe riconoscermi deriva da tre capacità fondamentali di ordine estetico e non morale. La prima capacità è quella analitica nel senso che dobbiamo saper riconoscere la continuità delle tracce urbane e geografiche sia concettuali che fisiche, come essenze specifiche dell’architettura […]. La seconda capacità è quella sintetica cioè quella di saper operare le sintesi necessarie a rendere prioritari ed evidenti i principi dell’architettura, in grado di contenere qualsiasi variazione e cercando di allontanare così dal progetto quel tanto di arbitrario che esso naturalmente possiede. La terza capacità è quella profetica, propria degli artisti, dei poeti, degli inventori. Se la tradizione di una cultura non è qualche cosa che si eredita passivamente, ma qualche cosa che si costruisce ogni giorno, questa terza capacità non può che essere una aspirazione. Una aspirazione a creare un effetto di continuità della cultura, a costruire le sue forme e le sue figure, con un contenuto personale e contemporaneo.» [Aulenti, 1996, p. 17]



Per ricordare la Aulenti Google sceglie la famosa lampada-pipistrello. 


martedì 3 dicembre 2013

GRANDI DONNE: Nilde Iotti (accadde oggi: 3 dicembre 1999 Muore Nilde Iotti)

Una figura emblematica: Nilde Iotti è davvero, come pochi altri, un’effigie del Novecento, di quel «secolo breve» le cui date coincidono con la sua stessa biografia (1920-1999).Si laureò alla Cattolica di Milano e dopo l'8 settembre 1943 si iscrive al PCI e partecipa alla resistenza, inizialmente come porta-ordini, po aderendo ai Gruppi di Difesa della Donna, formazione antifascista del PCI. Nel 1946 viene eletta all’Assemblea costituente partecipando direttamente alla stesura del testo costituzionale. Nello stesso anno inizia una relazione con il Segretario Nazionale del PCI, Palmiro Togliatti di 27 anni più grande di lei (già sposato e padre di un figlio), alla lunghissima attività parlamentare, fino alla presidenza della Camera dei deputati. Ma sbaglierebbe chi si fermasse a sottolineare solo il lato politico: non meno importante è il contrappunto in termini personali di una vicenda affettiva, di una dimensione privata vissuta con schiva dignità e con consapevole coraggio. Quando, a ventisei anni, Nilde entra nell’emiciclo di Montecitorio, scoppia anche, irrefrenabile, l’amore con Palmiro Togliatti, il capo comunista, l’uomo sposato, di 27 anni più vecchio di lei. Da allora, i due vivranno insieme in un rapporto affettivo che solo la morte di Togliatti potrà interrompere. E alle mani di Nilde Palmiro consegnerà la stesura di quel Memoriale di Yalta cui nel 1964 affiderà il suo lascito politico. Insieme chiesero ed ottennero l'affiliazione di una bambina orfana, Marisa Malagoli, sorella minore di una dei sei operai uccisi in uno scontro con le forze dell'ordine il 9 gennaio 1950 a Modena nel corso di una manifestazione operaia. Dopo la morte di Togliatti, Nilde potrà uscire dalla sua scia e mostrerà, nella politica, nel partito, nelle battaglie civili per l’emancipazione femminile, e da ultimo nella dimensione istituzionale, la forza e l’equilibrio di una donna «nuova», di una grande italiana.


domenica 24 febbraio 2013

noi che... abbiamo usato i miniassegni...

Vi ricordate i miniassegni o assegnini? Per sopperire alla mancanza di moneta spicciola che in quel periodo scarseggiava e che fino ad allora era stata sostituita da caramelle, francobolli e gettoni telefonici. Quasi tutte le banche emisero i cosiddetti miniassegni con valore nominale di 50, 100, 150, 200, 250, 300 e 350 lire.  I primi miniassegni fecero la loro comparsa nel dicembre del 1975 (il 10 dicembre 1975) da parte dell'Istituto Bancario San Paolo e aveva il valore di 100 lire. 


Fu una vera e propria invasione. Ne circolarono varie centinaia di tipi diversi, e probabilmente fu un affare colossale per le banche dato che moltissimi di questi pezzetti di carta andarono distrutti, anche a causa della pessima qualità della carta, o finirono in mano ai collezionisti o ancora dimenticati in qualche cassetto.

I miniassegni sparirono sul finire del 1978 quando l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato fu finalmente in grado di sopperire alla mancanza di spiccioli provocata dall'inflazione che in quel periodo era elevatissima.
Anche alcuni grandi magazzini emisero dei miniassegni sotto forma di "Buono Merce" e circolarono persino dei miniassegni falsi.


lunedì 14 gennaio 2013

Ciao Mariangela

un'altra grandissima artista ci ha lasciati un po' più poveri...
Nonostante la sua grande bravura come attrice drammatica mi piace ricordarla in questo film dove ha recitato straordinariamente!






giovedì 10 gennaio 2013

noi che...

...abbiamo imparato ad usare l'elettronica con  il Sistema contabile Audit 5



L’Audit A5, presentato nel 1974, è un sistema contabile con le caratteristiche di un vero calcolatore. Integrazione tra una macchina da scrivere elettrica, una calcolatrice ed un computer. Utilizzata quasi esclusivamente in ambito contabile, consentiva l automazione dei processi di fatturazione e rendicontazione. Questa macchina raggiunge il ragguardevole peso di 60 Kg. La macchna da scrivere ha un meccanismo simile a una pallina da golf, e stampa alla velocità astronomica di 16 caratteri per secondo. Il display, se così si può definire, era formato da 15 luci: rosse e gialle per segnalare stati di errore, le restanti 8 erano a doppia lampadina, ognuna associata ad un bit di un registro, e potevano essere accese o spente dal programma. Servivano, scrivendo alcuni istruzioni di base su un foglietto traslucido inserito sotto la copertura in plastica (stile citofono) per fornire istruzioni operative a chi doveva usare i programmi.
Questa macchina disponeva di un lettore-scrittore di schede magnetiche, progettato da Pier Giorgio Perotto col quale era possibile memorizzare il programma ed i dati, ogni scheda consentiva di memorizzare un massimo di 256 byte.





schede magnetiche, antesignane dei floppy disk

mercoledì 9 gennaio 2013

la pubblicità a Chiusi

Anche a Chiusi arrivò l'arte della pubblicità nel lontano 1922 il Pastificio Pianigiani commissionò al grande Achille Luciano Mauzan questo manifesto pubblicitario. Mi piacerebbe sapere se ce ne sono altri, anche di altre aziende ormai estinte...


martedì 8 gennaio 2013

2013 - buoni propositi

vediamo se con l'anno nuovo riesco ad essere un pò più presente sul mio blogguccio che langue abbandonato... uno dei buoni propositi per l'anno nuovo è di fare un post al giorno uhmm ci riuscirò? io ci provo, anche solo una foto... perché ho veramente bisogno d'imparare a fare le foto... intanto per gennaio posterò un po' di vecchie foto e cartoline.
Sono sempre stata attratta dal passato, ma in questo periodo specialmente sono sempre alla ricerca di vecchie foto, cartoline, pubblicità ecc...
Siamo all'8 gennaio quindi sono indietro di 8 foto e ne approfitto per raccontare com'era il paese in cui vivo:  Chiusi, provincia di Siena, purtroppo non conosco la datazione delle foto ma dovrebbero essere dei primi del '900



esterno della stazione ferroviaria con le bellissime vetrate in stile liberty che purtroppo fù distrutta dalle bombe durante la seconda guerra mondiale e ricostruita alla meno peggio...


La piazza della stazione


angolo tra piazza della stazione e via Buonarroti. L'inferriata che si vede sulla sinistra pare che sia stata fatta dal nonno di mio marito che faceva il fabbro.....


Chiusi città, Il Duomo


Chiusi città, il Museo civico




una delle vie più antiche di Chiusi che è rimasta quasi intatta


Via Porsenna, che fortunatamente è rimasta uguale!


La Porta Porsenna invece andò distrutta durante i bombardamenti della 2a guerra mondiale e non fù mai ricostruita...

Felice 2013 a tutti!!!