sabato 10 dicembre 2011

i miei pastrocchi parte 2

proseguo con le fotro delle mie pagine, riguardando le foto mi rendo conto che dovrò fare un corso di fotografia eh si mi serve proprio....


CARTE GEOGRAFICHE


NASTRO DI CARTA: sul quale ho riportato il motto
di Anto ed in basso a dx c'è scritto "ad Anto ciò che è
di Anto", un abbraccio alla mia carissima Amica!


CARTA DI LIBRO/GIORNALE
TAG
 

ne ho altre 2 o 3 da mostrare ma riguardandole devo sistemarle un pò.....

i miei pastrocchi parte 1

prima che finisca l'anno voglio pubblicare alcune pagine del mio art? journal ce ho fatto seguendo le ispirazione delle mie aorate "civette". L'agenda che ho utilizzato non si chiude più (devo fargli una foto) e ho fatto pochissime pagine rispetto alle 52 previste, adesso sò dove ho sbagliato, in ques'anno mi sono molto appasionata al mix media agli art journal e mi sono documentata in rete ammirando i capolavori che ci sono. I miei sono solo pastrocchi, ma l'ho trovato estremamente liberatorio e penso che continuerò senza scadenze, senza particolari legami ecc... e senza la pretesa di fare arte, ma solo esprimere con carta, colori e tutto ciò che mi passerà per la mente i momenti che vivo e che vivrò.
bando alle ciance e passiamo alle foto, ah mi raccomando aspetto, critiche, consigli e suggerimenti!

STRAPPI: strappi alla regola e carta strappata

CUORI
STOFFA
IMPRONTE:
le mie impronte digitali e tutti i telefim che mi piacciono
PALLONCINI:
e qui potete vedere il mio primo tentativo di disegno (pietoso!)

RETE: ho interpretato come rete da pesca,
con quello che ho pescato quest'anno!

PIUME: la foto è decisamente brutta,
ma non sono riuscita a fare di meglio, sorry

CASA: questa è la foto peggiore, ma vi assicuro
che dal vero è meglio, poi se lo dico da sola...
MELE/PERE: altro disegno, appena appena infantile eh!

TRAFORI
BICICLETTA
CIVETTE:un omaggio alle 4 civette!


ho fatto il Monte Bianco

Questo è un post che avrei dovuto scrivere più di un mese fà, ma dovevo ridimensionare la foto...
Dopo 2 anni che ho saltato la tradizione quest'anno ho rifatto il Monte Bianco per il compleanno di mio marito, quest'anno era un compleanno importante: 60 anni! mamma mia come passa il tempo!
Quindi quest'anno doppi festeggiamenti da parte mia, il 27 ottobre (data in cui compie gli anni) ho fatto
"la pasta aru furnu", spero di averlo scritto bene, la pasta al forno alla calabrese (sua madre era calabrese) e non è un piatino leggero quindi quel giorno niente dolce. Magari la prossima volta faccio la foto anche di quella e posto anche la ricetta. Il 1° novembre invece gli ho fatto il Monte bianco che è il Suo dolce, ma che richiede un sacco tempo per farlo, almeno come lo faccio io. Questa è la ricetta:
ingredienti:
1 kg di castagne (meglio se Marroni)
10 gr. di zucchero
1 lt circa di latte
100 gr. di amaretti polverizzati
1 bicchierino di rhum
200 gr. di cioccolato fondente in tavoletta
1/2 lt di panna da montare

Togliete la buccia alle castagne (io lo faccio la sera prima). Lessate le castagne in acqua bollente (se vi piace potete aggiungere del finocchio avvolto in una garza) per circa 30 minuti, togliendole un pò per volta dall'acqua, togliete la pellicina, quando sono fredde si toglie male. Mettete le castagne pulite in una casseruola ricoprendole appena di latte. Cuocetele finchè non avranno assorbito tutto il latte ma l'impasto è ancora morbido, attenzione giratele spesso che non si attacchino. Aggiungete lo zucchero e gli amaretti polverizzati, mescolate bene e togliete dal fuoco, aggiungete il rhum, mescolate ancora e lasciate intiepidire per qualche minuto.
Intanto fate sciogliere a bagnomaria 150 gr di cioccolato fondente, una volta sciolto fate la base della montagna sul piatto di portata.
Passate l'impasto di castagne al setaccio con i buchi grandi (io lo faccio due volte, viene più omogeneo) e create una montagna di spaghettoni sulla base di cioccolato che si sarà rappreso, date la forma che preferite cercando di non pressare troppo l'impasto di castagne.
Montate la panna e ricoprite il Monte Bianco, grattugiate il rimanente cioccolato e spargetelo sopra.
uhmm, non sò se mi sono spiegata bene.... comunque questa è la foto del dolce:






e pare sia stato gradito!

giovedì 8 dicembre 2011

buoni propositi per il 2012 - parte 1

Ogni tanto riappaio, lo avevo premesso che dicembre sarebbe stato un mese impegnato, ma ogni tanto passo dal mio blog-diario-notes-appunti. Complice l'insonnia navigo (in tutti i sensi) ed ho iniziato a fare i BUONI PRPOSITI per il 2012, questo è n. 1, partecipare a questa sfida-challenge-esperienza come volete chiamarla:

http://louisegale.com/color-your-life/creative-color-challenge-2012/

su FB ho avuto l'onore di avere l'amicizia di tante artiste americane, inglesi, sudamericane, australiane, insomma di tutto il mondo ed ho scopert la mia passione sempre più crescente per la creatività, certo i miei sono pastrocchi in confronto alle loro opere d'arte, ma mi diverto, mi rilasso ed esprimo una parte di me, cosa voglio di più dalla vita? un lucano?

lunedì 21 novembre 2011

21 Novembre 2011 lunedì

mamma mia quanto tempo che non dedico al mio blogguccio!! il fatto è che in questi 20 giorni sono successe tante cose, prima di tutto sono stata arruolata da mia sorella nell'allestimento del nuovo negozio che ha aperto giovedì scorso a Camucia in provincia di Arezzo.



non sono certamente la persona più adatta, non me ne intendo affatto, ma per mettere a posto la roba, fare pacchetti ecc.. sono capace, almeno spero.
Da tempo aveva deciso di aprire questo negozio ed aveva trovato una giovane neolaureata (perchè per vendere certi prodotti bisogna avere gli attestati appropriati) con cui aveva concordato il tutto perchè le stesse in questo negozio, a 20 giorni dall'apertura, la signorina le ha detto: "ma sà per me fare 20 km al giorno...", mi auguro che sia stata una scusa, perchè altrimenti avrebbero ragione coloro che definiscono "bamboccioni" alcuni dei nostri giovani, con la situazione attuale, rifiutare un posto di lavoro così... il lavoro per cui hai studiato, a 20 km da casa.... mah!
E allora mia sorella (Tiziana) si è rimboccata le mani ed ha deciso che tra lei e suo marito almeno fino alla fine dell'anno faranno il sacrificio di alternarsi, certo che con altri 2 negozi (Chiusi e Città della Pieve) più il laboratorio di produzione... che iddio li guardi e li aiuti....
Ed io sarò la "ragazza" di bottega.... quindi fino alla fine dell'anno penso che non sarò molto presente sul web,a meno che non cambi qualcosa....
Vorrei farvi vedere le foto del nuovo negozio, ma mio nipote (Niccolò) ancora non me le ha mandate... ah il volantino che vedete sopra è opera sua.... studia design ed è appassionato anche di grafica.
Ho scritto tanto ed allora vi faccio vedere qualcosina, il pannellino che ho fatto a Tiziana per augurargli buona fortuna, vi prego di perdonare la qualità delle foto, già sono incapace di fotografare, poi le ho scattate di notte...

con la porta chiusa

con la porta aperta

il tutto completamente handmade and recycled, avrò scritto bene? io e l'inglese non abbiamo un grande filing, comunque è completamente fatto a mano con materiale riciclato.

Buona settimana a tutti!!!

venerdì 4 novembre 2011

1 novembre 2011 martedì

Ognissanti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La festa di Ognissanti, nota anche come Tutti i Santi, è una solennità che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi (canonizzati e non). Ognissanti è anche una espressione rituale cristiana per invocare tutti i santi e martiri del Paradiso, noti o ignoti.
Per tradizione chi ha un nome non riferibile ad un santo festeggia l'onomastico in questa occasione, io non l'ho mai fatto forse anche perché nella mia famiglia d'origine non c'era l'usanza di festeggiare gli onomastici.
Mi piace, però, cogliere l'occasione per raccontare qualcosa a proposito del mio nome.
Innanzitutto l'origine:
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Urania (dal greco antico Οὐρανία, Ouranos, «cielo») è una figura della mitologia greca, figlia di Zeus e di Mnemosine.
Era la musa dell'astronomia e della geometria. Viene rappresentata vestita di un abito azzurro, coronata di stelle, mentre sostiene con le mani un globo che sembra misurare o avendo vicino a sé sempre un globo posto su di un treppiedi e diversi strumenti matematici.

Urania è anche il nome di tantissime altre cose, dalla famosa collana di romanzi di fantascienza, ad un poemetto scritto da Alessandro Manzoni, da un Olio per camion , a il nome di una ninfa, una delle tremila Oceanine, figlia del titano Oceano.
Il morivo per cui i miei genitori hanno scelto questo nome per me mi è in parte sconosciuto, loro non si ricordano come gli sia venuto in mente dopo che il parroco della nostra piccolissima parrocchia di campagna si rifiutò di battezzarmi con il nome Katia; sono nata nel 1958, in piena lotta contro il comunismo e Katia essendo un nome di origine russo era intollerabile dal buon vecchio parroco, i miei genitori insistettero a lungo perché gli piaceva ed anche perché da bravi contadini erano dalla parte del comunismo benché cattolici, il parroco non volle sentir ragioni e quando i miei genitori si ripresentarono con il nome Urania, non fece particolari storie, ma......
quando mi sono sposata (1980) ed ho richiesto il certificato di battesimo ho scoperto di essere stata battezzata, all'insaputa di tutti, Maria Urania! Quindi io per la chiesa mi chiamo Maria Urania e per lo stato civile Urania . Per il matrimonio al contrario di come si fa solitamente ho dovuto fare i doppi documenti, uno per la chiesa e uno per lo stato civile. Questa è la storia del mio nome, per chi è curioso di conoscerla.....

p.s. altre cose abbastanza strane che si chiamano come me

la stanza di un B&B http://www.9muse.it/le-camere-urania.aspx
una societa sportiva http://asdurania.com/home_page.php
un hotel a Rivabella http://www.hotelurania.it/
una nave oceanografica http://www.cnr.it/istituti/NaveUrania.html

martedì 1 novembre 2011

27 ottobre 2011 venerdì

Saper fare

Scopro una ad una varie tecniche di decorazione, con appunti che ho preso in vari posti (purtroppo non rintracciabili) nel corso degli anni.

STENCIL

Letteralmente "mascherare", permette di dipingere colorando semplicemente gli spazi vuoti intagliati in una mascherina. E' una tecnica piuttosto semplice per decorare, solitamente utilizzata per creare bordure sulle pareti, diventa indispensabile per ripete più volte lo stesso decoro.
Per questo tipo di decorazione la base di partenza sono le mascherine per stencil che si trovano già pronte in centinaia di diversi decori e dimensioni nei colorifici o nei negozi di belle arti; oppure si può realizzare in casa la propria mascherina, in questo caso occorre: foglio di acetato trasparente o cartoncino plastificato, un bisturi e un piano duro di lavoro per creare la mascherina:
1) con il nastro adesivo di carta fissa il disegno da riprodurre sul piano di lavoro, sovrapponi e fissa l'acetato, ricalca il disegno con un pennarello indelebile.
2) con il bisturi incidi e asporta l'interno del motivo;
3) se il motivo è a più colori, realizza una mascherina per ogni colore, asportando da ognuna solo le parti da colorare nello stesso colore.
4) con il pennarello segna alcuni punti di riferimento sul bordo della mascherina per rriposizionarla con facilità.

Una volta scelta o realizzata la mascherina, ci occorrerà:
  • colori acrilici
  • pennelli o tamponi da stencil (hanno punte tozze e sono disponibili in diverse misure), io me lo sono fatto da sola, fissando con nastro adesivo di carta un pezzetto di spugna sintetica in cima ad un bastoncino.

a questo punto si può iniziare il lavoro, scelto il punto di partenza:
  • si fissa la mascherina con del nastro adesivo di carta che permette di rimuove comodamente la mascherina oppure si può utulizzare della colla spray riposizionabile che permette di la mascerina al supporto da decorare soprattutto lungo i bordi dell'intaglio per evitare che il colori sbavi.
  • tamponare il colore all'interno della parte intagliata intingendo il tampone nel colore acrilico (puro non diluito) che avremo preparato in un piatto e scaricheremo l'eccesso tamponando su un foglio di carta da cucina, poi si inizia dal centro del motivo andando verso il bordo e muovendo il pennello in senso rotatorio.
  • terminata una sezione, si passa alla successiva spostando la mascherina.
  • Se il motivo è a più colori, staccare la mascherina del primo colore e procedere con la seconda e cos' via, iniziando dai colori più chiari e proseguendo poi con quelli via via più scuri.
  • In una bordura a più colori, è meglio terminare tutte le sezioni del primo colore prima di passare al secondo e così via, piuttosto che colorare subito completamente ogni sezione.

work in progress (finirò di scattare le foto per il mio modesto tutorial)

26 Ottobre 2011 mercoledì

Buone maniere

essere ospiti 1

L'invitato:
  • se l'invito è scritto, è obbligato a confermare telefonicamente prima possibile; se è formulato a voce, non chiede, prima di accettare, chi siano gli altri ospiti. Se non può rispondere immediatamente, specifica il motivo del rinvio, per non dare l'impressione di lasciare in sospeso in attesa di altre proposte più gradite;
  • non estende l'invito ad altri; può eccezionalmente, telefonare in anticipo per chiedere il permesso di farlo per un cocktail, una cena in piedi, ma non lo farà se si tratta di pranzi, cene o dopocene per cui sono stati fatti inviti personali;
  • cura il proprio aspetto in modo particolare, qualunque sia il tono dell'occasione: indossi pure i jeans, ma con una camicia impeccabile, accessori ben scelti, una gradevole fragranza...
  • non conduce con sé bambini o animali, a meno che l'invito non li compresa esplicitamente; in caso contrario non ne chiede l'autorizzaione per nessun motivo;
  • partecipa alla conversazione generale senza monopolizzarla e cercando di essere piacevole; se non è sicuro di saper dimenticare per qualche ora le proprie preoccupazioni, rifiuta l'invito con una scusa;
  • lascia ai padroni di casa l'iniziativa di offrire da bere, sceglie tra quanto propostogli e, se non c'è nulla di suo gusto, non chiede altro, ma semplicemente dice di non avere sete;
  • se è in casa di non fumatori, chiede il permesso prima di accendere una sigaretta (meglio sarebbe evitare di fumare);
  • non si toglie la giacca, non si siede scompostamente né si sdraia sulle poltrone, non tocca né sposta oggetti, non assaggia nei piatti di portata, non dà consigli, non disapprova, non rumoreggia;
  • non beve più di quando farebbe se pagasse le consumazioni al bar né fuma di più perché gli viene messo a disposizione un intero pacchetto;
  • finge di ignorare quello che non va, non esprime critiche su nulla, ma neppure loda tutto, perché così toglierebbe valore all'apprezzamento;
  • in caso di necessità, non dice "dov'è il bagno?", ma chiede gentilmente di potersi "lavare le mani";
  • se deve accomiatarsi presto, non si fa notare dagli altri ospiti, per non dare il segnale della partenza a tutti, e "fila all'inglese", cioè salutando solo i padroni di casa, cui spiegherà i motivi dell'affrettata partenza, esprimendo rammarico per non potersi fermare più a lungo.

25 ottobre 2011 martedì

ah ah bacchettata sulle mani addirittura una settimana senza post, non sarò mai una blogger....

Piante in casa

Parlo sempre di piante facili da tenere in casa, il mio pollice verde si esaurisce all'esterno.

La Sanseveria è una pianta da interni tra le più resistenti, non necessita cure particolari, necessita di poca luminosità ma non tollera la luce diretta del sole, teme però il freddo quindi si può portare all'esterno in primavera e in estate, mentre per il resto dell'anno và tenuta in casa.

Come molte altre piante "succulente" anche la sanseveria non necessita di molta acqua, soprattutto nei mesi freddi; per tutto l'arco dell'anno è bene lasciare asciugare completamente il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Fornire concime una volta al mese nel periodo vegetativo, evitando di eccedere.

Non ha particolari esigenze di terreno, purché sia ben drenato, per evitare ristagni idrici; utilizzare della normale composta da vaso mescolata con sabbia e argilla espansa. Rinvasare ogni 2-3 anni, o comunque quando i rizomi hanno completamente riempito il vaso, scegliendo un contenitore di poco più grande del precedente.

Il modo migliore per moltiplicare le sanseverie e senz'altro la divisione dei cespi di rizomi, che si può praticare per tutto l'arco dell'anno, ma preferibilmente in primavera. Le porzioni praticate devono essere costituite da poche foglie, 3-4 al massimo, e devono preferibilmente avere alcune radici vigorose. Evitare di annaffiare eccessivamente le nuove piante per alcuni mesi.

Questa pianta teme molto il marciume radicale, che comunque non dovrebbe preoccuparci se forniamo poca acqua.

Io la chiamo la pianta della salute perchè pare che le sue foglie lunghe e appiattite come lame sono in grado di assorbire non solo l'anidride carbonica, ma anche molte sostanze velenose, come la formaldeide e il benzene, che intossicano l'aria sempre più inquinata che respiriamo.

Una curiosità. "Io ti lego a me per sempre" è il significato simbolico attribuito alla Sanseveria, forse perchè nei paesi di origine (Africa tropicale, Guinea) se ne utilizzano le foglie per ricavare una fibra utile per la fabbricazione di corde.




 

mercoledì 26 ottobre 2011

24 ottobre 2011 lunedì

Indignata, si sono molto indignata, ho sentito questa notizia:

Il 44 % degli italiani "ostile" agli ebrei
L'antisemitismo si diffonde sul web

L'indagine parlamentare conoscitiva rivela che on line si va estendendo l'idea che non è razzismo essere antisemiti. Oltre mille siti (+ 40%) dedicati alla diffusione dell'odio antiebraico (da Repubblica.it)


avevo da poco scritto il post su Primo Levi ed il suo libro "Se questo è un uomo" e sentire questa notizia mi ha sconvolta, non conterò nulla nell'universo della rete, ma finchè potrò continuerò a parlarne, come voglio parlare degli zingari, degli omosessuali che sono stati sterminati nei lager nazisti. E' una cosa che offende la ragione umana! come si può essere contro un popolo? non sono una santa e non ho il dono di farmi piacere tutti, ma le persone, gli individui, non i popoli in quanto tali. Perchè poi noi italiani, intesi come popolo, siamo stati e siamo visti come buffoni, malavitosi, vagabondi e chi più ne ha più ne metta... e noi che alla fine dell'ottocento in america venivamo giudicati simili alle scimmie (devo ritrovare una pagina web che parlava di un processo svolto a quell'epoca a carico di italiani) vogliamo parlare degli ebrei? 
Finchè ci sarà intolleranza verso un popolo, qualunque esso sia, io sarò di quel popolo:

sono ebrea,
sono nera,
sono omosessuale,
sono mussulmana,
sono tutti coloro che vengono offesi dalla cretinaggine e dall'ignoranza!!!

Tornando allo sterminio degli ebrei, in queste sere su History Channell ho visto le biografie di alcuni dei gerarchi più importanti dell'epoca: uno storpio (perdonatemi uso il loro stesso vocabolario) alto mezzo metro e una buca, come si dice da me; un narcisista grassone, un pazzo, senza poi considerare la personalità del capo per cui non ci sono parole. Ecco lo sterminio di milioni di persone, la morte di milioni di persone lo dobbiamo a questi esseri!
Questo è uno sfogo, e mi sento più leggera dopo averlo scritto, ma anche se risulterò noiosa continuerò a parlare di CIO' CHE E' STATO, solo la memoria ci può salvare!

 

lunedì 24 ottobre 2011

23 ottobre 2011 domenica

Libri

Se questo è un uomo di Primo Levi



«Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi, alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi».


Per Primo Levi, dopo il ritorno fortunoso da Auschwitz diventa insopprimibile il bisogno di scrivere, come necessità vitale e improrogabile di testimonianza per far sapere agli altri cosa era successo e come era potuto accadere un tale orrore e anche per assolvere ad un personale dovere morale nei confornti dei tanti compagni morti nel lager e in breve tempo prende vita "Se questo è un uomo".
Non è un libro, è una pietra miliare nella letteratura, nella storia e nell'educazione di ognuno di noi, le sue parole mi hanno segnato per sempre: La dignità di un uomo, la coerenza morale, la chiarezza delle idee, la sua propensione a parlare a voce bassa, la totale mancanza di odio e di rancore verso i carnefici, sono già un lascito ben più prezioso del più grande tesoro: la testimonianza di ciò che deve essere un Uomo per dirsi tale.

A oltre sessant'anni da quella liberazione dei lager si fa ancora fatica a leggerne la storia con animo spassionato perché i campi di sterminio hanno provocato una somma incalcolabile di dolore e di morte.
L'organizzazione dei lager è perfettamente conosciuta anche nei più insignificanti e sordidi particolari ma poco si sa per quali ragioni e cause si sia potuta edificare una gigantesca fabbrica di morte e funzionare con atroce efficienza fino al collasso tedesco. Del resto nessun saggio o trattato storico potrebbe risolvere o comprendere un comportamento extra-umano: «Auschwitz non ha nulla a che vedere con la guerra, non ne è un episodio, non ne è una forma estrema». La guerra è un fatto doloroso e tragico che da sempre accompagna la storia dell'uomo quasi in una sorta di crudele lotta per l'esistenza ed è un germe che ci portiamo dietro, insito dentro di noi: ma Auschwitz non è in noi, è fuori dell'uomo, e i suoi autori non sono in preda al delirio perché sono diligenti e tranquilli, efficienti e compassati; sono funzionari di Stato, brutali, insensibili all'orrore quotidiano e anche le loro dichiarazioni e testimonianze postume sono fredde e vuote quasi distaccate.
«Ogni uomo civile è tenuto a sapere che Auschwitz è esistito, e che cosa vi è stato perpetrato: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario». La sua infezione presenta segni precisi: la negazione della solidarietà umana, l'indifferenza cinica per il dolore altrui, l'abdicazione dell'intelletto e del senso morale, la viltà abissale mascherata da fedeltà a un'idea. Solo ad Auschwitz, in nome di tutto ciò, furono sterminati con meticolosità scientifica milioni di uomini, donne e bambini; e furono utilizzati non solo i loro averi e i loro abiti ma anche le loro ossa, i loro denti perfino i loro capelli. La Germania nazista e tutti i paesi da essa occupati erano un tessuto di campi di sterminio e di campi di lavoro. I lager erano strettamente collegati con l'industria bellica tedesca che si fondava su di essi ed il sistema sarebbe stato perfezionato in caso di "vittoria finale" con la creazione di un Ordine Nuovo: da un lato la classe dominante del Popolo dei Signori (cioè i tedeschi) e dall'altro una sterminata massa di schiavi a lavorare ed obbedire.
A fronte di queste considerazioni la lettura di queste pagine tragiche è un dovere per tutti perché può aiutare a vegliare continuamente sulla nostra coscienza.
È una pura illusione ritenere che tutti gli uomini abbiano un naturale amore per la libertà e per la dignità. Da sempre le mani dell'uomo sono insanguinate. Nei periodi più tragici e vergognosi pochi uomini hanno lottato e difeso i diritti inalienabili dell'uomo.
Tutti noi sappiamo che la libertà intellettuale, soprattutto in certe situazioni pericolose, è poco seducente e comporta immani fatiche nonché pochi uomini sono disposti a portare il peso gravoso di questa responsabilità. Che si tratti di lager o gulag nulla cambia. Eppure della libertà si sente spesso parlare in tono enfatico: come principio cosmico, come garanzia, come bene inalienabile, l'edificante Uomo-Libertà. Ma la strada per la libertà è avventura assai più rischiosa, è un atto di coraggio, un percorso doloroso.
L'uomo libero è tale anche in prigione, nella stanza della tortura, nella fossa comune, nella miseria, nella disperazione e anche se sottoposto alle più atroci sofferenze. Ogni limitazione, ferita, coercizione, negazione del corpo e della mente paiono messe lì apposta nella storia dell'uomo per dimostrare l'inalienabilità della libertà: proprio dove tutto sembra perduto, nelle tenebre della morte, nelle camere a gas, nello sterminio di massa, nell'uomo assassino dell'uomo. Fortunatamente le testimonianze di questa vittoria della libertà e della dignità umana sono numerose anche nelle condizioni più drammatiche e subumane. Quella di Primo Levi è una di queste.


E' un argomento che tratto molto spesso e forse può diventare noioso, ma sento il bisogno, la necessità di parlarne, non vorrei che le testimonianze così tragiche che hanno segnato la mia vita possano andare dimenticate e nella mia mente risuonano molto spesso le parole della breve poesia che Primo Levi inseri nel libro.

sabato 22 ottobre 2011

22 ottobre 2011 sabato

Antiche usanze da rispolverare
Ricamare le iniziali

Un'idea rubata alla tradizione. Un tempo infatti era consuetudine ricamare il monogramma su tutti i capi del corredo: dalle lenzuola ai cuscini, alle tovaglie. Tutto doveva essere rigrosamente "firmato".
Visto che negli ultimi anni gli stilisti ci propongono firme su tutto e di più, perchè non rispolverare questa antica e preziosa tradizione ricamando i capi più svariati con le nostre iniziali oppure preparando regali personalizzati per gli amici. Dal segnalibro, alle pantofole, dai cuscini ai biglietti augurali. Basta scatenare la fantasia. Non è necessario essere delle ricamatrici provette, ci sono modi di personalizzare molto facili  anche per chi come me sà appena tenere l'ago in mano.

Punto croce


source
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suorce



Stitching o punto filza, facile e molto versatile

http://www.youtube.com/watch?v=pB_YB2Ot_l0

http://www.puntocroce.biz/files/ricamo_punto_filza_varianti.htm





source

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poi ovviamente ci sono punti molto più belli come il punto pieno, l'intarsio ecc... ma io non sono capace di fare certi capolavori!

21 ottobre 2011 venerdì

Buone maniere
avere ospiti

Chi riceve 1:
  • deve essere ben chiaro ed esplicito non solo sul giorno e l'ora, ma anche riguardo al tono dell'occasione, per permettere agli ospiti di vestirsi in maniera appropriata;
  • quando invita per la prima vola qualcuno conosciuto in casa d'altri, deve far intervenire anche coloro presso cui è avvenuto l'incontro;
  • invita sempre ambedue i componenti di una coppia, a meno che non si tratti di un pranzo di lavoro;
  • neppure durante la visita più informale di amici intimi, tiene le pantofole ai piedi, sceglie però i più semplici dei suoi capi eleganti per non offuscare gli ospiti, ma dimostra di festeggiarli, cambiandosi abito;
  • provvede a raggruppare persone affini per posizione sociale ed educazione, ma non che esercitano tutte la stessa professione, o con le medesime abitudini di vita: la conversazione risulterebbe noiosissima;
  • non  invita insieme persone notoriamente (e faziosamente) di opposte fedi politiche, o che hanno litigato, o ex coppie;
  • esilia senza pietà gli amici a quattro zampe in una zona della casa inaccessibile agli ospiti;
  • sa bene che non deve pretendere di divertirsi a casa propria, perché i suoi doveri di padrone di casa non glielo consentono;
  • se non ci sono domestici, anche assoldati per l'occasione, tocca al marito accogliere gli ospiti sulla porta di casa, appendere i cappotti degli uomini e invitare le signore a lasciare i propri sul letto della camera matrimoniale. La moglie li attende e dà loro il benvenuto in salotto, fa le presentazioni, rivolge a ciascuno qualche domanda sulla famiglia o sul lavoro, per fornire spunto alla conversazione successiva, ma senza dare l'impressione di un vero e proprio interrogatorio;
  • in attesa della cena offre gli aperitivi man mano a chi entra, non chiede mai "che cosa volete?", sembrando così di sollecitare un cortese rifiuto, ma avrà preparato piatti con olive, salatini e quant'altro, e bevande di vario tipo, offrendo la scelta tra quanto disponibile;
  • deve cercare di "pilotare" la conversazione in modo da farla diventare generale e permettere a ciascuno degli ospiti di parteciparvi;
  • se qualcosa nell'organizzazione non va cerca di rimediarvi senza dare nell'occhio, se non può fare nulla, lo ignora;
  • a meno che nell'invito fosse già stato definito il programma (giochi di carte, ascolto di musica), non impone a nessuno un certo tipo di passatempo, nè obbliga ad ascoltare musica a tutto volume, ma al massimo offre un sottofondo piacevole che non si imponga sulla conversazione e non costringa ad alzare la voce;
  • l'ospite che manifesta l'intenzione di accomiatarsi, si aspetta una risposta tipo: "Ci lascia già? Non può fermarsi ancora un pò?", ma sarebbe infastidito da maggiori insistenze; 
  • al momento del commiato, il marito accompagna all'uscita chi se ne va, lo aiuta ad indossare il cappotto, lo ringrazia per essere venuto, e resta sulla porta fino abbia iniziato a scendere le scale, o sia entrato in ascensore, la moglie si unirà a lui solo per salutare l'ultimo ospite che se ne va;
  • non permette che si sparli o si rida alle spalle di chi si è appena allontanato: se accade, cambia subito argomento.

20 ottobre 2011 giovedì

Piante amiche
Malva

è una pianta erbacea diffusa un pò ovunque, sia in pianura che in montagna, ed è possibile trovarla lungo i sentieri e in genere nei luoghi incolti. E' caratterizzata da foglie pressochè rotonde, pelose nella faccia inferiore, i fiori sono di color lilla o biancastri.

Proprietà terapeutiche: se ne adoperano di preferenza le foglie, utilizzate contro la stitichezza, mentre con i fiori si possono fare degli infusi per calmare la tosse e curare la bronchite. Una foglia di malva fresca schiacciata e premuta sopra alla carie solleva dal mal di denti. Se si spremono le foglioline fresche sul luogo della puntura di insetti, ne impediscono il gonfiore e ne attutiscono il dolore.

In cucina: si adoperano le foglie più fresche e tenere per fare una gustosa minestra di malva (specialmente nel Veneto) oppure si possono unire ad altre erbe aromatiche per fare minestroni e delle zuppe rinfrescanti e ben digeribili. Le foglie tenere, infine, si possono aggiungere alle insalate basta tagliarle a listarelle sottili o spezzettarle con le mani.

Insalata di malva
ingrediente per 4 persone:
200 gr di foglie di malva
1 porro
1 finocchio piccolo
1 carota
2 peperoni sott'olio
aceto
olio extra vergine d'oliva
sale e pepe

Tagliate a listarelle le foglioline di malva ben lavate ed asciugate, mettetele in un'isalatiera ed aggiungete la parte bianca del porro tagliata ad anelli ed il finocchio tagliato a lamelle. Unite anche la carota tagliata a julienne ed i peperoni a dadini. In una ciotola emulsionate l'olio con l'aceto, il sale e il pepe e versate questo condimento sull'insalata. Mescolate accuratamente e servite.

19 ottobre 2011 mercoledì

OTTOBRE il mese in ROSA

BREAST Cancer Awareness








http://howsweetthesound.typepad.com/my_weblog/2008/06/so-just-what-is-pink-saturday.html



http://www.donteatthepaste.com/2011/10/pink-ribbon-hope-box.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+DontEatThePaste-PrintableBoxesPaperCraftsCraftsBeadsAndRecipes+%28Don%27t+Eat+the+Paste+-+Printable+boxes%2C+paper+crafts%2C+crafts%2C+beads+and+recipes%29&utm_content=Google+Reader

http://la-almohada.blogspot.com/2010/10/hope-theme-thursday-challenge.html
http://all-the-wright-stuff.blogspot.com/2010/10/charity-auction-for-breast-cancer-care.html





Felice mese Rosa a tutte!!!

martedì 18 ottobre 2011

18 ottobre 2011 martedì

Come fare in casa
cattivi odori

Ieri complice una bella giornata di sole, ho pulito a fondo la cucina, poi ierisera mi hanno regalato un cestino di funghi porcini di quelli "come dio comanda" e la loro morte qual'è? fritti, almeno in casa nostra. Onestamente mi veniva da piangere, sentendo quel bell'odore di pulito e pensare di dover friggere.... ma niente panico, sono ricorsa ad un accorgimento insegnatomi da mia suocera che non sempre ricordo di metterlo in pratica:
  • gettare nell'olio bollente prima o insieme alla pietanza da friggere, due o tre fettine di mela senza semi e le ho sostituite quando iniziavano a dorarsi, stasera la mia casa e soprattutto la mia cucina non ha quel fastidiosissimo odore di fritto che di solito ristagna.
Già che ci sono vi dò qualche altro suggerimento sperimentato e collaudato.
  • cavoli e verze, se dovete cuocere queste verdure che hanno un odore molto forte, che specialmente in inverno sono squisite, mettete sul coperchio della pentola in cui li state cuocendo un pezzetto di mollica di pane imbevuto di aceto, oppure se non vi dà fastidio, potete aggiungere un pò d'aceto all'acqua di cottura.
  • coltelli e posate, se vi sembrano che anche dopo il lavaggio abbiano conservato un cattivo odore potete ovviare al problema passandoli con mezzo limone spremuto e poi lavarli nuovamente.
Il limone è un rimedio straordinario anche per l'odore che a volte rimane nelle mani, per esempio quando si pulisce il pesce o, nel mio caso il fagato che detesto, sfregare bene le mani dito per dito con mezzo limone spremuto e lavarle con acqua fredda, si in acqua fredda perchè l'acqua calda aiuta gli odori a penetrare ancora più a fondo!

Adesso che è arrivato il freddo e le finestre restano chiuse a lungo il problema degli odori si pone ogni giorno. Sarò fissata ma per me gli odori hanno una grande importanza, tanto per fare un esempio scelgo i detersivi in base all'odore e non alla marca, al prezzo ecc...
  • e allora un'altro trucchetto per una casa profumata alla "Nonna Papera", se vi sembra che l'odore di cucina si diffonde per la casa non sia piacevole nelle altre stanze,  potrete "mascherarlo" facendo cuocere a fuoco lento qualche cucchiaio si zucchero e di cannella: si diffonderà ovunque un piacevolissimo odore.

lunedì 17 ottobre 2011

17 ottobre 2011 lunedì

Arte
quando la creatività non ha limiti:
Alessia Gribaudi Tramontana

mi onoro di conoscere Alessia, purtroppo solo via web, da anni ormai e ogni giorno scopro in lei delle qualità in più e quella che apprezzo di più in lei è la costanza, la tenacia e la voglia di creare!


  • E' un'amante del riciclico fantastica, guardate cosa si è inventata con le bottiglie di plastica



  • E' una mamma attenta ed inventa ogni giorno cose nuove per insegnare, divertendoli cose utili



http://www.4blog.info/school/tag/bambini/
  • e poi c'è l'uncinetto o crochet, chiamtelo come volete, Alessia, come ha confidato lei stessa, è un'autodidatta che ha cominciato piano piano e adesso fà delle cose tupende.



insomma il suo blog è una vera miniera di idee, spunti, riflessioni, tutto da leggere e ammirare: http://www.4blog.info/school/ ve lo consiglio vivamente se non lo conoscete già, ci sono tantissimi tutorial gratuiiti da scaricare, tantissime idee riciclose per natale, e potete acquistare i suoi pattern o gli oggetti finiti su http://www.misshobby.com/it/negozi/tramontana,  e http://www.babirussa.it/Tramontana
e non dimenticate di fare un salto sulla sua pagina fi facebook http://www.facebook.com/?ref=home#!/groups/209384042445490/ utilissimo per chi è alle prime armi, per chi è esperto, insomma per tutti!!!
Se andate a visitare il suo blog, predetevi un pò di tempo perchè è così ricco che non smetterete di leggere e prendere appunti!!!