lunedì 21 novembre 2011

21 Novembre 2011 lunedì

mamma mia quanto tempo che non dedico al mio blogguccio!! il fatto è che in questi 20 giorni sono successe tante cose, prima di tutto sono stata arruolata da mia sorella nell'allestimento del nuovo negozio che ha aperto giovedì scorso a Camucia in provincia di Arezzo.



non sono certamente la persona più adatta, non me ne intendo affatto, ma per mettere a posto la roba, fare pacchetti ecc.. sono capace, almeno spero.
Da tempo aveva deciso di aprire questo negozio ed aveva trovato una giovane neolaureata (perchè per vendere certi prodotti bisogna avere gli attestati appropriati) con cui aveva concordato il tutto perchè le stesse in questo negozio, a 20 giorni dall'apertura, la signorina le ha detto: "ma sà per me fare 20 km al giorno...", mi auguro che sia stata una scusa, perchè altrimenti avrebbero ragione coloro che definiscono "bamboccioni" alcuni dei nostri giovani, con la situazione attuale, rifiutare un posto di lavoro così... il lavoro per cui hai studiato, a 20 km da casa.... mah!
E allora mia sorella (Tiziana) si è rimboccata le mani ed ha deciso che tra lei e suo marito almeno fino alla fine dell'anno faranno il sacrificio di alternarsi, certo che con altri 2 negozi (Chiusi e Città della Pieve) più il laboratorio di produzione... che iddio li guardi e li aiuti....
Ed io sarò la "ragazza" di bottega.... quindi fino alla fine dell'anno penso che non sarò molto presente sul web,a meno che non cambi qualcosa....
Vorrei farvi vedere le foto del nuovo negozio, ma mio nipote (Niccolò) ancora non me le ha mandate... ah il volantino che vedete sopra è opera sua.... studia design ed è appassionato anche di grafica.
Ho scritto tanto ed allora vi faccio vedere qualcosina, il pannellino che ho fatto a Tiziana per augurargli buona fortuna, vi prego di perdonare la qualità delle foto, già sono incapace di fotografare, poi le ho scattate di notte...

con la porta chiusa

con la porta aperta

il tutto completamente handmade and recycled, avrò scritto bene? io e l'inglese non abbiamo un grande filing, comunque è completamente fatto a mano con materiale riciclato.

Buona settimana a tutti!!!

venerdì 4 novembre 2011

1 novembre 2011 martedì

Ognissanti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La festa di Ognissanti, nota anche come Tutti i Santi, è una solennità che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi (canonizzati e non). Ognissanti è anche una espressione rituale cristiana per invocare tutti i santi e martiri del Paradiso, noti o ignoti.
Per tradizione chi ha un nome non riferibile ad un santo festeggia l'onomastico in questa occasione, io non l'ho mai fatto forse anche perché nella mia famiglia d'origine non c'era l'usanza di festeggiare gli onomastici.
Mi piace, però, cogliere l'occasione per raccontare qualcosa a proposito del mio nome.
Innanzitutto l'origine:
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Urania (dal greco antico Οὐρανία, Ouranos, «cielo») è una figura della mitologia greca, figlia di Zeus e di Mnemosine.
Era la musa dell'astronomia e della geometria. Viene rappresentata vestita di un abito azzurro, coronata di stelle, mentre sostiene con le mani un globo che sembra misurare o avendo vicino a sé sempre un globo posto su di un treppiedi e diversi strumenti matematici.

Urania è anche il nome di tantissime altre cose, dalla famosa collana di romanzi di fantascienza, ad un poemetto scritto da Alessandro Manzoni, da un Olio per camion , a il nome di una ninfa, una delle tremila Oceanine, figlia del titano Oceano.
Il morivo per cui i miei genitori hanno scelto questo nome per me mi è in parte sconosciuto, loro non si ricordano come gli sia venuto in mente dopo che il parroco della nostra piccolissima parrocchia di campagna si rifiutò di battezzarmi con il nome Katia; sono nata nel 1958, in piena lotta contro il comunismo e Katia essendo un nome di origine russo era intollerabile dal buon vecchio parroco, i miei genitori insistettero a lungo perché gli piaceva ed anche perché da bravi contadini erano dalla parte del comunismo benché cattolici, il parroco non volle sentir ragioni e quando i miei genitori si ripresentarono con il nome Urania, non fece particolari storie, ma......
quando mi sono sposata (1980) ed ho richiesto il certificato di battesimo ho scoperto di essere stata battezzata, all'insaputa di tutti, Maria Urania! Quindi io per la chiesa mi chiamo Maria Urania e per lo stato civile Urania . Per il matrimonio al contrario di come si fa solitamente ho dovuto fare i doppi documenti, uno per la chiesa e uno per lo stato civile. Questa è la storia del mio nome, per chi è curioso di conoscerla.....

p.s. altre cose abbastanza strane che si chiamano come me

la stanza di un B&B http://www.9muse.it/le-camere-urania.aspx
una societa sportiva http://asdurania.com/home_page.php
un hotel a Rivabella http://www.hotelurania.it/
una nave oceanografica http://www.cnr.it/istituti/NaveUrania.html

martedì 1 novembre 2011

27 ottobre 2011 venerdì

Saper fare

Scopro una ad una varie tecniche di decorazione, con appunti che ho preso in vari posti (purtroppo non rintracciabili) nel corso degli anni.

STENCIL

Letteralmente "mascherare", permette di dipingere colorando semplicemente gli spazi vuoti intagliati in una mascherina. E' una tecnica piuttosto semplice per decorare, solitamente utilizzata per creare bordure sulle pareti, diventa indispensabile per ripete più volte lo stesso decoro.
Per questo tipo di decorazione la base di partenza sono le mascherine per stencil che si trovano già pronte in centinaia di diversi decori e dimensioni nei colorifici o nei negozi di belle arti; oppure si può realizzare in casa la propria mascherina, in questo caso occorre: foglio di acetato trasparente o cartoncino plastificato, un bisturi e un piano duro di lavoro per creare la mascherina:
1) con il nastro adesivo di carta fissa il disegno da riprodurre sul piano di lavoro, sovrapponi e fissa l'acetato, ricalca il disegno con un pennarello indelebile.
2) con il bisturi incidi e asporta l'interno del motivo;
3) se il motivo è a più colori, realizza una mascherina per ogni colore, asportando da ognuna solo le parti da colorare nello stesso colore.
4) con il pennarello segna alcuni punti di riferimento sul bordo della mascherina per rriposizionarla con facilità.

Una volta scelta o realizzata la mascherina, ci occorrerà:
  • colori acrilici
  • pennelli o tamponi da stencil (hanno punte tozze e sono disponibili in diverse misure), io me lo sono fatto da sola, fissando con nastro adesivo di carta un pezzetto di spugna sintetica in cima ad un bastoncino.

a questo punto si può iniziare il lavoro, scelto il punto di partenza:
  • si fissa la mascherina con del nastro adesivo di carta che permette di rimuove comodamente la mascherina oppure si può utulizzare della colla spray riposizionabile che permette di la mascerina al supporto da decorare soprattutto lungo i bordi dell'intaglio per evitare che il colori sbavi.
  • tamponare il colore all'interno della parte intagliata intingendo il tampone nel colore acrilico (puro non diluito) che avremo preparato in un piatto e scaricheremo l'eccesso tamponando su un foglio di carta da cucina, poi si inizia dal centro del motivo andando verso il bordo e muovendo il pennello in senso rotatorio.
  • terminata una sezione, si passa alla successiva spostando la mascherina.
  • Se il motivo è a più colori, staccare la mascherina del primo colore e procedere con la seconda e cos' via, iniziando dai colori più chiari e proseguendo poi con quelli via via più scuri.
  • In una bordura a più colori, è meglio terminare tutte le sezioni del primo colore prima di passare al secondo e così via, piuttosto che colorare subito completamente ogni sezione.

work in progress (finirò di scattare le foto per il mio modesto tutorial)

26 Ottobre 2011 mercoledì

Buone maniere

essere ospiti 1

L'invitato:
  • se l'invito è scritto, è obbligato a confermare telefonicamente prima possibile; se è formulato a voce, non chiede, prima di accettare, chi siano gli altri ospiti. Se non può rispondere immediatamente, specifica il motivo del rinvio, per non dare l'impressione di lasciare in sospeso in attesa di altre proposte più gradite;
  • non estende l'invito ad altri; può eccezionalmente, telefonare in anticipo per chiedere il permesso di farlo per un cocktail, una cena in piedi, ma non lo farà se si tratta di pranzi, cene o dopocene per cui sono stati fatti inviti personali;
  • cura il proprio aspetto in modo particolare, qualunque sia il tono dell'occasione: indossi pure i jeans, ma con una camicia impeccabile, accessori ben scelti, una gradevole fragranza...
  • non conduce con sé bambini o animali, a meno che l'invito non li compresa esplicitamente; in caso contrario non ne chiede l'autorizzaione per nessun motivo;
  • partecipa alla conversazione generale senza monopolizzarla e cercando di essere piacevole; se non è sicuro di saper dimenticare per qualche ora le proprie preoccupazioni, rifiuta l'invito con una scusa;
  • lascia ai padroni di casa l'iniziativa di offrire da bere, sceglie tra quanto propostogli e, se non c'è nulla di suo gusto, non chiede altro, ma semplicemente dice di non avere sete;
  • se è in casa di non fumatori, chiede il permesso prima di accendere una sigaretta (meglio sarebbe evitare di fumare);
  • non si toglie la giacca, non si siede scompostamente né si sdraia sulle poltrone, non tocca né sposta oggetti, non assaggia nei piatti di portata, non dà consigli, non disapprova, non rumoreggia;
  • non beve più di quando farebbe se pagasse le consumazioni al bar né fuma di più perché gli viene messo a disposizione un intero pacchetto;
  • finge di ignorare quello che non va, non esprime critiche su nulla, ma neppure loda tutto, perché così toglierebbe valore all'apprezzamento;
  • in caso di necessità, non dice "dov'è il bagno?", ma chiede gentilmente di potersi "lavare le mani";
  • se deve accomiatarsi presto, non si fa notare dagli altri ospiti, per non dare il segnale della partenza a tutti, e "fila all'inglese", cioè salutando solo i padroni di casa, cui spiegherà i motivi dell'affrettata partenza, esprimendo rammarico per non potersi fermare più a lungo.

25 ottobre 2011 martedì

ah ah bacchettata sulle mani addirittura una settimana senza post, non sarò mai una blogger....

Piante in casa

Parlo sempre di piante facili da tenere in casa, il mio pollice verde si esaurisce all'esterno.

La Sanseveria è una pianta da interni tra le più resistenti, non necessita cure particolari, necessita di poca luminosità ma non tollera la luce diretta del sole, teme però il freddo quindi si può portare all'esterno in primavera e in estate, mentre per il resto dell'anno và tenuta in casa.

Come molte altre piante "succulente" anche la sanseveria non necessita di molta acqua, soprattutto nei mesi freddi; per tutto l'arco dell'anno è bene lasciare asciugare completamente il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Fornire concime una volta al mese nel periodo vegetativo, evitando di eccedere.

Non ha particolari esigenze di terreno, purché sia ben drenato, per evitare ristagni idrici; utilizzare della normale composta da vaso mescolata con sabbia e argilla espansa. Rinvasare ogni 2-3 anni, o comunque quando i rizomi hanno completamente riempito il vaso, scegliendo un contenitore di poco più grande del precedente.

Il modo migliore per moltiplicare le sanseverie e senz'altro la divisione dei cespi di rizomi, che si può praticare per tutto l'arco dell'anno, ma preferibilmente in primavera. Le porzioni praticate devono essere costituite da poche foglie, 3-4 al massimo, e devono preferibilmente avere alcune radici vigorose. Evitare di annaffiare eccessivamente le nuove piante per alcuni mesi.

Questa pianta teme molto il marciume radicale, che comunque non dovrebbe preoccuparci se forniamo poca acqua.

Io la chiamo la pianta della salute perchè pare che le sue foglie lunghe e appiattite come lame sono in grado di assorbire non solo l'anidride carbonica, ma anche molte sostanze velenose, come la formaldeide e il benzene, che intossicano l'aria sempre più inquinata che respiriamo.

Una curiosità. "Io ti lego a me per sempre" è il significato simbolico attribuito alla Sanseveria, forse perchè nei paesi di origine (Africa tropicale, Guinea) se ne utilizzano le foglie per ricavare una fibra utile per la fabbricazione di corde.