lunedì 10 ottobre 2011

9 ottobre 2011 domenica

Libri
Il Rosso e il Nero di Stendhal

Scorcio geniale di una società e di un momento centrale della storia europea, romanzo d'una singolare vitalità, nel quale i contrasti di classe contemporanei sono incarnati in oersonaggi indimenticabili. Il Rosso e il Nero segna anche una data nella storia della narrativa "è un romanzo che ha spianato la strada a molti altri, i quali hanno goduto di maggior risonanza, ma gli altri sono destinati alla dimenticanza. Quando non ci saranno più, vedremo il loro antenato, come il testo antico di un palinsesto quando l'inchiostro moderno viene grattato via". Quando su confrontano queste parole, scritte dal grande critico francese Eugène Forgues l'indomani della morte di Stendhal con la celebre frase dello scrittore: "conto di essere letto nel 1935" non si può non rimanere colpiti dall'acutezza di entrambi, che avevano così chiaramente intravisto, fin dalla metà del 19° secolo il luminoso avvenire di un'opera ricca di tanti germi anticipatori; giacchè il Rosso e il Nero è all'origine del romanzo di caratteri e di costume del Flaubert, e, con l'opera di Balzac, del romanzo sociale zoliano.

STENDHAL, pseudonimo di Henry Beyle, scrittore francese, nato a Grenoble nel 1783, morto a Parigi il 23 marzo1842.
la sua famiglia apparteneva alla borghesia agiata. Il giovane Henrysi trasferì a Parigi e nel 1800 raggiunse l'armata napoleonica in Italia. Dal 1806 al 1814 fece parte dell'amministrazione imperiale. Alla caduta di Napoleone si trasferì a Milano, che fu costretto ad abbandonare nel 1821 poiché sospettato di attività cospirative dalle autorità austriache. Dopo la rivoluzione del 1830, ritornò in Italia come console francese a Civitavecchia: questo incarico gli lasciò il tempo di viaggiare e di scrivere Nello stesso anno uscì infatti il suo primo romanzo: Il rosso e il nero, cui seguì, nel 1839, La certosa di Parma.

da Wikipedia:
La sindrome di Stendhal, è il nome di una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati.
Tale disagio è spesso riscontrato nella città di Firenze. La malattia, piuttosto rara, colpisce principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore.
Il nome della sindrome si deve allo scrittore francese Stendhal Egli, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand tour del 1817, ne diede una prima descrizione che riportò nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio":

« Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. »

Il fattore scatenante la crisi si ha spesso durante la visita ad un museo della città, dove il visitatore è colpito dal senso profondo di una o più opere, la relazione di queste con i loro creatori che trascende le immagini ed i soggetti;......fino ad arrivare a una sorta di delirio causato da una sensazione di omnicomprensione, e libertà intellettuale generalizzata dovuta a una distanza minore tra l'"intelletto" degli autori e il proprio.....

Accadde oggi: 1963 crolla una parete della diga del Vajont, oltre 50 milioni di metri cubi di acqua si abbattono su Longarone e altri piccoli centri. Gravissimo il bilancio, le vittime sono 2019.

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